Tommaso Landolfi
Ombre
Biblioteca Adelphi, 282
1994, pp. 208
isbn: 9788845910388
Questo libro, pubblicato da Landolfi nel 1954, contiene alcuni fra i suoi più celebrati racconti fantastici, come La moglie di Gogol’ o Lettere dalla provincia. Ma, con somma sprezzatura, Landolfi ha mescolato queste formidabili, e insieme esilaranti e sinistre invenzioni narrative, a una serie di schizzi, per lo più riferiti alla sua giovinezza ipocondriaca e vissuta col diverso passo di una formidabile e straniante intelligenza. Chiude il libro la sezione intitolata «Commiato», una sequenza di miniature dove la prosa raggiunge d’improvviso un lucore madreperlaceo, mallarmeano («Parole sorgevano, s’incarnavano e lentamente tramontavano, sull’equoreo orizzonte, contro il cielo perso»). Una forma così sconcertante può essere ricondotta, come indicò Calvino, al gesto di chi «sperpera le sue puntate d’un colpo o le ritira bruscamente dal tavolo col gesto allucinato del giocatore». Al tempo stesso, al lettore di oggi potrà presentarsi il legittimo sospetto che sia proprio tale composizione frastagliata e caparbiamente sconnessa a far sì che risalti sempre sulla pagina, con inquietante nettezza, il timbro inconfondibile di Landolfi, la sua superba malinconia, la vocazione a corteggiare, sotto ogni aspetto, «la fumosa stella del naufragio».