1995 / pp. 288 / € 16,00 € 15,20
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Adelphi eBook
2019 / pp. 288 / € 6,99
Giuseppe Rensi, filosofo solitario e inattuale per eccellenza negli anni del fascismo, pubblicò nel 1937 questa Filosofia dell’assurdo, versione riveduta e ampliata di un testo del 1924, Interiora rerum, che egli aveva sentito «fluire dal cervello come una piccola corrente di lava». Oggi leggiamo questo libro come la formulazione più matura e in certo modo testamentaria del suo pensiero. Tutti i temi fondamentali di Rensi – e in particolare la sua polemica virulenta contro ogni forma di lettura razionalistica, provvidenzialista e tranquillizzante della storia – sono presenti in queste pagine e inanellati in una argomentazione che è insieme consequenziale ed elegantemente digressiva, secondo la tradizione del grande saggismo europeo. Quando Rensi scriveva, era totalmente isolato. Oggi i suoi pensieri si riallacciano naturalmente a quelli di molti autori, da Nietzsche a Cioran, che appartengono al paesaggio essenziale della nostra cultura. E la sua tesi di fondo suona oggi più convincente che mai: «La storia non è che lo sforzo per allontanarsi dal presente, perché questo è sempre assurdo e male; la prova dunque che è assurdo e male».