1995 / pp. 288 / € 13,00 € 12,35
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Adelphi eBook
2019 / pp. 288 / € 6,99
Perseguitato dal fascismo durante la vita, dimenticato per anni dopo la morte, Giuseppe Rensi fu una di quelle figure solitarie e testarde che talvolta attraversano la cultura italiana come corpi estranei. Ma, alla fine, sono piuttosto loro a resistere al tempo. Rensi fu sin dall’inizio un filosofo che non si adattava al suo contesto: scettico radicale, inscalfito dalla fede nella razionalità del reale, riusciva già per questo ugualmente irritante per idealisti e scientisti. Ma anche il suo scetticismo era di una specie inquieta e mobile: sempre più, con gli anni, i suoi testi si potevano leggere come pagine di un mistico senza confessione e pretese di salvezza, che rifugge dall’appellarsi alla divinità ma parla di un’esperienza più affine a quella di Meister Eckhart o dello Pseudo-Dionigi l’Areopagita che non a quella dei filosofi che occupavano le cattedre da cui era stato scacciato. Grande lettore e commentatore dei classici del pensiero, prosatore terso ed efficace, Rensi ha predisposto in queste Lettere spirituali, apparse postume nel 1943, il tracciato perfetto che ci permette di ripercorrere, partendo da un punto vicino alla fine, tutto il suo cammino filosofico.