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Christopher Marlowe

Tamerlano il Grande

A cura di J. Rodolfo Wilcock

Piccola Biblioteca Adelphi, 234
1989, 2ª ediz., pp. 194
isbn: 9788845907050

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SINOSSI

Tamerlano il Grande, qui pubblicato nella felice versione di Rodolfo Wilcock, fu la prima opera di colui che Swinburne definì «il pioniere più ardito e più ispirato di tutta la letteratura inglese». Swinburne scriveva con l’entusiasmo di chi sta assistendo a una scoperta. Da allora, sembra che ci siamo andati riavvicinando sempre più all’opera di Marlowe. E ce n’è ragione: troppe componenti, in quel repertorio dell’incandescenza e dell’eccesso, corrispondono ad altrettanti punti scoperti e affini del nostro presente. Innanzitutto la concezione del teatro: il teatro di Marlowe ignora ed esclude quella riduzione dei fatti a una convenzione psicologica che sarà, in diverse forme, il tratto dominante nel teatro europeo delle età successive, fino all’esaurirsi del naturalismo: all’inverso, in Marlowe la psicologia è totalmente assorbita negli eventi, e l’azione, a sua volta, è tutta quanta nel potere esorbitante della parola. Più che individualità psicologiche, o innocui caratteri, i suoi protagonisti sono manifestazioni di potenze naturali – e da ciò deriva il loro aspetto superumano e iperbolico. L’intrigo delle sue tragedie sembra seguire gli scontri, le separazioni, l’unione e l’annichilazione degli elementi nella natura. In questo grande poeta, dotto e speculativo, agiva una furiosa carica arcaica; il fasto del suo verso si presenta come uno sfrenato sacrificio, una autocombustione delle parole, uno sperpero propiziatorio; la sua enfasi è preistorica e cerimoniale. Solo la ruota del destino segna il tempo del suo teatro e le sue invenzioni tendono ad assimilarsi alla vita biologica, a un semplice apparire, culminare e scomparire. Paradigma di questo processo è la prodigiosa vicenda del Tamerlano.
Rappresentato per la prima volta nel 1587, Tamerlano il Grande fu pubblicato nel 1590.

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Teatro completo

Tradotta da un’unica mano di poeta, l’intera opera teatrale di colui che Swinburne, sul finire del secolo scorso – quando la riscoperta degli Elisabettiani era già avviata ma non compiuta –, definì «il più grande scopritore, il pioniere più ardito e più ispirato di tutta la letteratura poetica inglese». Oggi essa ci attira come accenno a una...
A cura di J. Rodolfo Wilcock
gli Adelphi, 201
2002 / pp. XVII-490 / € 18,00  € 17,10
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  • Classici
    1966 / pp. XVII-490 / € 0,00
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