Benedetto Croce
Vite di avventure di fede e di passione
Biblioteca Adelphi, 208
1989, 3ª ediz., pp. 477
isbn: 9788845906824
Benedetto Croce si accinse a questo libro spinto dallo stimolo delle «deplorevolissime» biografie romanzate: «Pensai che si potesse fare il preciso opposto di ciò che quelle fanno: attenersi alla più scrupolosa acribia nella documentazione e ricostruzione biografica (quelle, invece, maltrattano i documenti, li alterano con capricciosi frastagli e li mischiano di spiritose invenzioni); riattaccare i casi degl’individui ai problemi delle loro età (quelle biografie staccano gl’individui da questi problemi e li contemplano e li godono quasi ciechi complessi di nervi, eccitabili e variamente eccitati); e tuttavia, come dicevo, appagare in certa misura la fantasia mercé la particolarità dei fatti e la vivezza del racconto». Così in queste sei «vite» variamente esemplari che ci trasportano dagli ultimi anni del Duecento alla Napoli rivoluzionaria, dietro l’austerità della scrittura e della documentazione sentiamo pulsare quell’animus romanzesco, affascinato dalla singolarità irripetibile, che spinse Croce in un selvaggio angolo della Basilicata per ritrovare, quali «muti testimoni», i «sassi ruinati» fra i quali si svolse la funesta vicenda di Isabella di Morra, a cui è qui dedicato un memorabile ritratto. Pubblicato nel 1935, questo libro, in cui molti riconoscono una delle opere più felici di Benedetto Croce, è rimasto a lungo irreperibile. Mai come in queste Vite appare con eloquenza un aspetto di Croce che è spesso oscurato dalla sua fama di teorico: quello della devozione al particolare, della passione nel disegnare con la massima precisione le linee di alcune esistenze mentre affiorano tra i flutti della storia.