2019 biblioteca apostolica vaticana
Per Aby Warburg, le immagini celavano al loro interno fantasmi spesso terrifici, che tentavano di tenere a bada: senza mai riuscire fino in fondo a nasconderne le tracce. È un'idea cruciale per il nostro modo di leggerle, che nel tempo ha trovato innumerevoli riscontri. Pochi, però, nitidi quanto quelli che ha lasciato dietro di sé Opicino de Canistris. Nato a Pavia alla fine del Duecento, scriba alla corte papale di Avignone, nel corso di una vita irrequieta e tormentosa Opicino ha lavorato a una serie di tavole straordinarie. Formalmente ispirate alle mappe dei cartografi genovesi che aveva a lungo maneggiato in Francia, le carte di Opicino sono qualcosa fra una cosmologia blasfema e un diario – quanto mai minuzioso – di quella catastrofe dell'anima che abbiamo imparato a chiamare psicosi. Ma rimangono in definitiva un affascinante enigma, tutto da decifrare.
E questa, magnificamente narrata da Sylvain Piron, è la loro storia.
Indagine su Opicino de Canistris