Ingeborg Bachmann
Tre sentieri per il lago
e altri racconti
Fabula, 8
1986, 7ª ediz., pp. 233
isbn: 9788845906534
Ingeborg Bachmann apparve nella letteratura, giovanissima, con una raccolta di poesie fra le più perfette della lirica moderna – e ad esse si legò subito la sua grande fama. Ma negli ultimi anni della sua vita, che si interruppe tragicamente nel 1973, si dedicò soprattutto alla prosa, con un vasto romanzo di cui ci rimangono la prima parte, Malina, e alcuni lunghi frammenti; parallelamente scriveva queste cinque storie di donne, che avrebbero composto il suo ultimo libro, qui presentato con il titolo del racconto finale, il più lungo e articolato.
Una traduttrice simultanea; una ragazza giovane e pigra, che ama soprattutto dormire e andare dal parrucchiere; Miranda, che vorrebbe proteggersi dal mondo con la sua miopia; una vecchia signora, che viene abbandonata da suo figlio, illustre psichiatra; una grande fotografa, che torna per qualche giorno nella città di suo padre e della sua infanzia: sono queste le disparate figure intorno a cui ruotano i cinque racconti. E anche i mondi a cui queste donne appartengono sono ogni volta diversi: ma tutte, nel loro presente o nel loro passato, hanno qualcosa in comune: Vienna, città dolce e crudele, che lascia un’impronta indelebile. E tutte si scontrano con una dolorante, insanabile solitudine, tutte tentano testardamente di nascondere il panico di chi si sente franare addosso la vita. Qualcosa perseguita queste donne: ma lo scopriremo solo indirettamente, per accenni. Nessuna vuole confessare il suo segreto, e insieme nessuna rinuncia a escogitare una strategia per sopravvivere, anche se vana, muovendosi tra le molte realtà simultanee che premono su di loro, come le diverse lingue si affollano nella mente della traduttrice, come le voci del passato invadono quella della celebre fotografa mentre segue i «sentieri per il lago», come il latrato dei cani, infine, tortura la vecchia signora abbandonata.
Nello stile della Bachmann, arioso e preciso, nel suo sguardo penetrante, che non vuole risparmiarsi nulla, sentiamo agire la grande eredità di limpidezza e lucidità che appartiene ai suoi maestri viennesi: innanzitutto Musil e Roth (e l’omaggio a Roth è qui evidente nel racconto più lungo, dove il protagonista maschile è un ultimo rappresentante dei Trotta, la famiglia di cui conosciamo la saga attraverso La Marcia di Radetzky e La Cripta dei Cappuccini). Protetta da queste vivide ombre, la Bachmann è riuscita ad avvicinarsi con chiaroveggenza al centro oscuro e silenzioso della nebulosa femminile, a quell’intreccio strettissimo di vitalità e disperazione che qui si manifesta nei destini delle sue cinque «donne viennesi».
Le opere complete di Ingeborg Bachmann, in quattro volumi, sono state pubblicate in Germania nel 1978.