Ernst Jünger
Un incontro pericoloso
Biblioteca Adelphi, 167
1986, 3ª ediz., pp. 193
isbn: 9788845906527
Una domenica di settembre a Parigi, verso la fine dell’Ottocento, il giovane Gerhard passeggia per Pigalle. Il mirabile tessuto cittadino gli appare come «un banco di corallo – la materia prima del suo destino». Tutto in lui è in attesa di qualcosa, di un incontro, di un incontro pericoloso, che faccia cristallizzare l’indistinto. Allora gli appare Ducasse, un uomo di mondo, un maître de plaisir che molta vita ha visto scorrere e ora subisce con distacco il deteriorarsi delle sue sorti. Il vecchio dandy invita il giovane in un ristorante – e dal loro tavolo gli indica, nel locale, una donna di rara bellezza, una sorta di «grande gatta» inquieta. A questo punto l’incontro pericoloso è già all’opera. D’ora in poi ciò che accadrà è il ruotare di un ingranaggio fatto di eros e sangue, freddezza e sfida, in una sequenza di atti fortuiti e fatali, che coinvolgeranno l’ombra di Jack lo Squartatore e un investigatore appassionato della metafisica del delitto, una amabile ruffiana e un corazziere in disgrazia.
Per i suoi novant’anni, Ernst Jünger ha voluto, con provocatoria sprezzatura, mandare per il mondo questo romanzo poliziesco, cominciato nel 1960 e pubblicato nel 1985, che è un po’ un figlio dell’amore, allegro e illegittimo. Molti temi cari allo scrittore sembrano qui provvisoriamente affidati alla mano leggera e amorosa di un sapiente feuilletonista. La Parigi raccontata in queste pagine è quella che, da lontano, incantava Nietzsche: la capitale della décadence, dove ogni suono assume risonanze più sottili, dove un qualsiasi fatto di cronaca nera ci fa attraversare tutte le orbite della società. E, in questo caso, l’occulto regista – quasi l’anonimo, melanconico Spirito della Storia – è il vecchio dandy sull’orlo della miseria, che anni prima organizzava squisite fêtes galantes e ora, con la stessa cura della perfezione, mette in moto una corrusca macchina di morte, per vendetta contro un’epoca che lo sta stritolando e che pure egli sente di capire meglio di ogni altro.