2023 / pp. 423 / € 38,00 € 36,10
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Mentre da ogni parte vengono a cadere o per lo meno oscillano pericolosamente i presupposti di ogni legge, il pensiero tende sempre più a concentrarsi, in ogni ambito, sulla Legge stessa. È questa una condizione al tempo stesso originaria e cronica del Moderno: qualcosa che sembra sempre succedere per lultima volta e invece continua a succedere ogni giorno. Massimo Cacciari ha posto al centro di questo suo nuovo libro tale situazione paradossale e sfuggente, allinterno della quale tuttora viviamo. E, allinterno del nostro secolo, ha isolato, negli ambiti più diversi dalla riflessione matematica (Brouwer) a quella giuridica (Schmitt), dalla pratica letteraria (Kafka) a quella pittorica (Malevic, Mondrian, Klee), dal pensiero artistico (Florenskij sullicona) a quello religioso (Rosenzweig) , alcuni casi esemplari di quellostinato cozzare contro la stessa parola: Legge. Ma non si tratta qui di scoprire influenze nascoste o contatti. Lambizione è ben più radicale: ogni volta si individuano sconcertanti isomorfismi fra gesti di pensiero che appartengono a regioni lontane. E così anche repliche e opposizioni trasversali. Si comincerà dal contrasto irriducibile fra il Nomos di Carl Schmitt, legato a un territorio e radicato in esso, e la Legge di Franz Rosenzweig, che impone un perpetuo esodo ed esilio da tutto ciò che è ancorato a una terra. In quel contrasto si danno già i termini che risuoneranno poi in tutto il libro. Ma il centro non può che essere Kafka. E qui, sottoponendo a unanalisi serratissima i testi (e soprattutto limpianto stesso del Processo e del Castello), Cacciari è riuscito in unimpresa davvero improbabile: dire qualcosa di nuovo su Kafka. Da questo centro si irraggiano le fila di altri capitoli, tesi ogni volta a mostrare di quali ordini, di quali straordinarie decisioni sia capace una condizione, come quella nostra, sottratta a ogni presenza e affermabilità della Legge. Rispetto alle indagini sul «pensiero negativo», condotte da Cacciari sino a oggi, questo libro è un azzardato passo più in là, lentrata in una regione dai confini oscuri dove il principio del terzo escluso perde la sua sovranità e, in forme e opere, si delinea «lidea di un universo come rete, composta da fibre infinite, innervata da una trama di rapporti impercettibilmente prossimi lun laltro, da nessuno intessuta, universale modello senza Creatore e senza Legislatore o Mente che lo regoli, ma organismo che opera secondo un ordine proprio, da nessuno impartito».