2020 / pp. 135 / € 11,00 € 8,80
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Piccola Biblioteca Adelphi
1979 / pp. 147 / € 12,00 € 9,60 -
Adelphi eBook
2020 / pp. 135 / € 5,99
Sprigionato dal sottosuolo russo, il nichilismo è un fantasma intorno a cui ruota tutto il pensiero moderno, a partire da Nietzsche, che per primo lo riconobbe essenziale. Con Heidegger, nichilismo e metafisica occidentale si intrecciano e sovrappongono. E oggi, dopo alterne vicende, la parola «nichilismo» ha ripreso a dilagare in ogni ambito, assumendo i più vari significati. Ma, come osserva Severino, «più si parla di nichilismo, più diventa indispensabile pensare l’essenza del nichilismo». A tale impresa egli ha dedicato quest’opera, la sua più celebre, che – apparsa nel 1972 – viene qui ripresentata con l’aggiunta di un nuovo, densissimo testo: Aletheia.
Severino definisce nichilismo «la persuasione che l’ente sia niente». In quanto tale, «nichilismo è l’essenza dell’Occidente». Per provare queste asserzioni non occorre nulla di meno che risalire alle origini del pensiero greco, ripercorrendo a ritroso il «sentiero della Notte» sino a quella «porta» dove esso si divide dal «sentiero del Giorno», secondo la parola di Parmenide. È quanto avviene nelle pagine di questo libro, in una sequenza di analisi sapientemente concatenate, che ci guidano ai confini di quell’Occidente che «è la Repubblica fondata da Platone» per aprirsi su ciò che, al di fuori di quella Repubblica, perennemente è.