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Pierre Klossowski
Nietzsche e il circolo vizioso
Saggi, 20
1981, pp. 382
isbn: 9788845904523
Questo libro ha un posto del tutto a parte nella immensa serie degli scritti su Nietzsche. Con quell’audace fedeltà all’idiosincrasia che contrassegna tutta la sua opera, con la sua fulminea percettività per i fantasmi ossessivi, con la sua agilità di movimento nella zona, oscura fra tutte, di osmosi tra fisiologia, psicologia e metafisica, Klossowski è riuscito a costruire un libro-labirinto all’interno di un altro, tuttora ingannevolissimo: gli scritti di Nietzsche degli ultimi anni, tra la folgorazione dell’«eterno ritorno», il progetto di un’opera che avrebbe dovuto chiamarsi La volontà di potenza e gli estremi messaggi dell’«euforia di Torino». Proprio su questo punto si dividono, da sempre, le interpretazioni di Nietzsche: sono anni di progrediente lucidità? o di progrediente follia? Klossowski recide subito questo banalissimo nodo che ha paralizzato tanti esegeti, affermando che tutto il pensiero di Nietzsche «ruota attorno al delirio come attorno al proprio asse». E già questo permette di stabilire una incolmabile distanza fra tale pensiero e la sequenza della filosofia: c’è uno iato, lo iato del caos, che separa sin dall’inizio l’impresa speculativa di Nietzsche dal discorso occidentale. Per non perdere mai il contatto, la circolazione biologica con questa singolarità irriducibile di Nietzsche, Klossowski ha scelto la via più ardua, ha voluto lasciarsi trascinare «dal mormorio, dal respiro, dalle esplosioni di collera e di risa di questa prosa, la più insinuante che si sia mai formata nella lingua tedesca». Così, più che l’articolarsi dei concetti, segue le «fluttuazioni d’intensità» in quella «tonalità dell’anima» che era Nietzsche stesso – e il libro si intesse alle pagine di Nietzsche come un perpetuo commento, un’eco dove le parole dell’autore stingono su quelle dell’esegeta e viceversa. Molte sono le sorprese che si incontreranno per questa via: per esempio i frammenti politici di Nietzsche, che per lo più gettano i lettori nei più infausti equivoci o – nel caso migliore – nel totale imbarazzo, vengono qui letti in modo finalmente convincente, come la più precisa descrizione di una società industriale avanzata: «Le domande di Nietzsche descrivono ciò che noi ora stiamo vivendo». Quanto all’eterno ritorno, quel «circolo vizioso» a cui allude il titolo, non lo troveremo qui allineato fra le tante tesi dei manuali di storia della filosofia, ma trattato innanzitutto come esperienza – avvicinabile, come l’esperienza misterica, solo nei termini dell’enigma. Infine tutto il periodo della «euforia di Torino», con l’efflorescenza dei «biglietti della follia», viene qui raccontato dal narratore più affine che il delirio di Nietzsche abbia trovato sino a oggi.
Nietzsche e il circolo vizioso è apparso per la prima volta nel 1969.