Aggiungi alla wishlist Aggiungi alla wishlist Aggiungi alla wishlist
Condividi Condividi Condividi

Fernando Pessoa

Una sola moltitudine, I

Traduzione di Rita Desti, Maria José de Lancastre, Antonio Tabucchi
A cura di Antonio Tabucchi, Maria José Lancastre, de

Biblioteca Adelphi, 86
1979, 15ª ediz., pp. 445, 1 tav. b/n
isbn: 9788845903762

Temporaneamente non disponibile
Estratto Estratto Estratto
Temporaneamente non disponibile Temporaneamente non disponibile Temporaneamente non disponibile
IN COPERTINA
Almada Negreiros, Retrato de Fernando Pessoa. Museu Calouste Gulbenkian, Lisbona. ALMADA NEGREIROS by SIAE 2012
SINOSSI

«Il nome di Fernando Pessoa esige di venir incluso nella lista dei grandi artisti mondiali nati nel corso degli Anni Ottanta: Stravinskij, Picasso, Joyce, Braque, Chlebnikov, Le Corbusier». Così ha scritto Roman Jakobson. Ma se, nel caso degli autori citati, l’opera è più che nota, nel caso di Pessoa le scoperte e le sorprese sembrano non finire mai: dopo la sua morte (1935), fino a oggi, dal baule prodigioso dei suoi manoscritti sono continuati a uscire testi che rendono sempre più intricato e vertiginoso il mondo di questo scrittore, di cui si può dire – ed è una pura constatazione – che più che uno scrittore fu un’intera letteratura.
Si immagini infatti un Paese (il Portogallo) che vive per vent’anni (dal 1914 al 1935) un’età dell’oro della letteratura: poeti, saggisti, prosatori, dalle fisionomie inconfondibili e a volte incompatibili, tutti però di altissima qualità, vi operano insieme, si incontrano, si scontrano. Uno sperimentatore violento e straripante, suscitatore di avanguardie, come Álvaro de Campos, un desolato nichilista come Bernardo Soares, un poeta metafisico ed ermetico come Fernando Pessoa, un neoclassico come Ricardo Reis e, dietro a tutti, un maestro precocemente scomparso: Alberto Caeiro. Ebbene: tutti questi autori, tutte queste opere, tutti questi destini furono «una sola moltitudine», perché nascevano tutti dall’invenzione dissociata e proliferante di una sola persona, l’anagrafico Fernando Pessoa, oscuro impiegato di una ditta di Lisbona, dove aveva l’incarico di scrivere lettere commerciali in inglese. E quelli che abbiamo citato sono solo i più importanti fra gli scrittori ‘inventati’ da Pessoa: finora i suoi manoscritti hanno rivelato tracce e frammenti di ventiquattro autori.
«Sii plurale come l’universo!» sembra essere stato l’imperativo unico di Pessoa. Nato con una «tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazione», Pessoa ha spinto quella pratica della dissociazione che è all’origine di tutta la letteratura moderna, ma anche del pensiero (e Pessoa si trova al temibile crocicchio delle due forme), alle sue conseguenze più estreme e paradossali, trascinandoci «fra anime e stelle, attraverso la Foresta delle Paure», in un luogo misterioso (Pessoa stesso) dove «in ogni angolo c’è un altare a un dio differente». Ma le Odi sontuosamente pletoriche di Álvaro de Campos come le criptiche liriche rosacrociane di Pessoa ortonimo come le angosce statiche di Bernardo Soares dipendono tutte da uno stesso punto occulto: la certezza che la vita non basta, e che quella mancanza è traversata da una lama metafisica: «manca sempre una cosa, un bicchiere, una brezza, una frase / e la vita duole quanto più la si gode e quanto più la si inventa». Con implacata lucidità, Pessoa ha voluto inventarla sino all’estremo limite. Ironico fino in fondo (le sue ultime parole furono: «Datemi i miei occhiali»), accennò una volta anche all’utilità pratica del suo invisibile delirio: «Trasformandomi così, come minimo in un folle che sogna ad alta voce, come massimo non in un solo scrittore, ma in tutta una letteratura, anche se ciò non servisse che a divertirmi, il che sarebbe per me già tanto, contribuisco forse a ingrandire l’universo, perché colui che, morendo, ha lasciato scritto un solo verso bello ha reso i cieli e la terra più ricchi e più emotivamente misterioso il fatto che esistano stelle e gente».

Volumi dello stesso autore
Fernando Pessoa

Poesie di Fernando Pessoa

Come ormai sappiamo, i testi poetici fir­mati da Fernando Pessoa col proprio nome sono così numerosi e di tale qualità che non è azzardato additare nel «commediografo» diventato celebre soprattutto per le poesie dei suoi «attori» – cioè gli eteronimi come Alberto Caeiro, Álvaro de Campos, Ricardo Reis...
A cura di Antonio Tabucchi, Maria José de Lancastre
Biblioteca Adelphi, 614
2013 / pp. 350 / € 22,00  € 20,90
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Biblioteca Adelphi, 614
2013 / pp. 350 / € 22,00  € 20,90
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Fernando Pessoa

Pagine esoteriche

«In primo luogo sentire i simboli, sentire che i simboli hanno vita e anima – che i simboli sono come noi» scrive Pessoa in uno dei suoi frammenti di filosofia ermetica. E poiché per lui «noi» non può che riferirsi a una pluralità proliferante, con i simboli si composero e attraversarono la sua mente «migliaia...
A cura di Silvano Peloso
Piccola Biblioteca Adelphi, 391
1997 / pp. 236 / € 13,00  € 12,35
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Piccola Biblioteca Adelphi, 391
1997 / pp. 236 / € 13,00  € 12,35
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Altre edizioni
Fernando Pessoa

Poesie di Álvaro de Campos

Fra tutti i poeti che Pessoa ha disegnato – come persone e come autori – Álvaro de Campos spicca e si impone, forse anche perché la sua figura sfuggì totalmente al suo creatore, guadagnandosi così un’esistenza superiore a quella degli altri eteronimi. Nato come blague, diventò un compagno ossessivo, allucinatorio.
Traduzione di Antonio Tabucchi
A cura di Maria José de Lancastre
Biblioteca Adelphi, 279
1993 / pp. 391 / € 20,00  € 19,00
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Biblioteca Adelphi, 279
1993 / pp. 391 / € 20,00  € 19,00
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Fernando Pessoa

Lettere alla fidanzata

«Risposi a un annuncio del “Diário de Notícias”. Avevo diciannove anni, ero allegra, sveglia, indipendente e, contro la volontà dei miei familiari, decisi di trovare un impiego». Così Ophélia Queiroz si trovò a lavorare nello stesso ufficio di Fernando Pessoa. «Tutto cominciò con sguardi, bigliettini, messaggi che mi lasciava di soppiatto sulla...
A cura di Antonio Tabucchi
Piccola Biblioteca Adelphi, 218
1988 / pp. 124 / € 12,00  € 11,40
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Piccola Biblioteca Adelphi, 218
1988 / pp. 124 / € 12,00  € 11,40
Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello Aggiungi al carrello
Dalla stessa collana