Giovan Battista Marino
LAdone
Classici
1988, 2ª ediz., pp. 1389, 909, 10 disegni
isbn: 9788845903168
Se cè unopera letteraria in cui il Barocco non solo italiano, ma europeo ha trovato il suo culmine, e quasi laccensione ultima di tutte le sue peculiarità, è LAdone di Giovan Battista Marino, scrittore «che le bocche unanimi della Fama (per usare unimmagine che gli fu cara) proclamarono nuovo Omero e nuovo Dante», come ricordò Borges in una pagina memorabile al Marino appunto dedicata. Le parole di Borges alludevano alla fortuna dellAdone: questo smisurato poema erotico, dove le favole della mitologia greca e la sensibilità più moderna si fondono in una narrazione variegata, fluida e avvolgente, fu celebre ai suoi tempi, ma scarsamente letto in epoche più recenti. Oggi lo riscopriamo come uno dei capolavori della letteratura italiana, vera miniera di immagini, campo magnetico di unintera civiltà e ciò con tanto maggiore gusto e sicurezza se ci inoltriamo nellimponente apparato critico che ha preparato per questa edizione uno dei maggiori italianisti viventi, Giovanni Pozzi.
Ledizione attuale dellAdone ripresenta, riveduta e ampliata, quella milanese del 1976.
«Io ho avuto la fortuna di leggere LAdone del Marino, in età estremamente adolescente, a diciassette o diciotto anni. È stata una lettura che probabilmente mi ha corrotto definitivamente perché mi ha dato un tale piacere leggere questa cosa dissennata, questa macchina demente, questo coacervo di versi sonori e molto spesso anche ambigui o sordidi, o vilmente corruttivi, che mi ha affascinato moltissimo» (Giorgio Manganelli).