Molto si parla di democrazia, ma troppo poco si sa della sua storia. Questo acutissimo saggio, dovuto a uno dei maggiori storici del diritto, ripercorre le vicende di due nozioni capitali della democrazia: l’elezione a maggioranza e il dissenso. Partendo dalle formulazioni di Aristotele e del diritto romano, soffermandosi poi sulle soluzioni della Chiesa cristiana dei primi secoli e sull’apporto delle civiltà barbariche, per giungere infine ai diversi sistemi sperimentati negli Stati moderni, dall’Inghilterra alla Svizzera, dalla Polonia agli Stati Uniti, Ruffini ci mostra, in un’esposizione limpidissima e straordinariamente lucida, come il «principio maggioritario» e la valutazione del dissenso possano assumere cento volti dissimili a seconda della situazione storica in cui compaiono e come nelle loro trasformazioni si rispecchino i principali problemi teorici e pratici di ogni democrazia, problemi che anche per noi sono del tutto aperti.
Pubblicato nel 1927 in pieno fascismo (e da uno dei pochissimi professori universitari che rifiutarono di giurare fedeltà al regime), questo piccolo libro è un classico che deve ancora essere scoperto. Attuale oggi più che mai, aspetta dunque in certo modo di trovare i suoi lettori con questa edizione, riveduta dall’autore nella forma e arricchita di due postille sull’ONU e sul nuovo diritto di famiglia italiano.