John Maynard Keynes
Sono un liberale?
e altri scritti
Biblioteca Adelphi, 566
2010, 2ª ediz., pp. 320
isbn: 9788845925085
La forma del pamphlet si addiceva a John Maynard Keynes, autore per lo più di interventi brevi e spesso polemici, nei quali combatteva le opinioni prevalenti ed esplorava nuovi punti di vista. Era sostanzialmente un lungo pamphlet Le conseguenze economiche della pace, il libro – destinato a renderlo celebre in tutto il mondo – con cui nel 1919 aveva preso le distanze dalla «follia» del Trattato di Versailles, sostenendo profeticamente che avrebbe provocato una guerra «a confronto della quale sarebbero apparsi trascurabili gli orrori di quella appena finita». E sarebbe stato un lungo pamphlet la stessa Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, con cui nel 1936 avrebbe rovesciato le dottrine invalse e trasformato per sempre la teoria economica. Per questo i saggi qui radunati propongono Keynes nella sua forma migliore e più stimolante. Scritti fra il 1919 e il 1946, nascono dall’insofferenza di un uomo di genio per le idee correnti, dalla sua ricerca di vie non ancora battute, e costituiscono insieme lo sfondo culturale e la premessa della rivoluzione che si attuerà con la Teoria generale. Keynes vi affronta le contraddizioni di fondo del capitalismo, che per ‘funzionare’ deve magnificare uno dei grandi vizi dell’uomo, l’auri sacra fames, l’avidità di denaro; riferisce ciò che ha visto nella Russia comunista, di cui analizza con precisione la forza e le debolezze; coglie il tramonto del laissez-faire, ossia il sistema di valori sociali conservatori che ha retto la società dell’Ottocento; guarda a un futuro lontano in cui i nostri nipoti, affrancati dal bisogno economico, potranno finalmente dedicare le loro energie ai piaceri dell’estetica e della cultura; prevede con straordinaria lucidità che in capo a qualche decennio le questioni che divideranno i partiti non saranno tanto quelle economiche, quanto quelle dei diritti civili, della sessualità, dei diritti individuali. Nessun altro, fra i grandi economisti dell’epoca, è rimasto così vivo, nel pensiero e nello stile, come Keynes.
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