Il libro degli Eroi
Leggende sui Narti
A cura di Georges Dumézil
Biblioteca Adelphi, 27
1969, 4ª ediz., pp. XXIV-272, 1 tav.
isbn: 9788845900617
Nel mosaico di genti che abitano ancora oggi le montagne del Caucaso vive il popolo degli Osseti, che è stato riconosciuto come «lultimo avanzo del vasto gruppo che Erodoto e altri storici e geografi dellantichità indicavano col nome di Sciti e di Sarmati».
Una grande civiltà, fra le più misteriose e dibattute, fa dunque da sfondo a questi montanari che amano la magnificenza e lo sperpero, insegnano il disprezzo per la morte, coltivano «il gusto per i comportamenti eccezionali e paradossali». Le loro leggende, tramandate oralmente e solo in anni recenti pubblicate in un corpus in Russia, costituiscono un ricchissimo epos fantastico che ha per centro i Narti, eroi mitici degli Osseti, figure primordiali che dedicano la loro vita a gesta grandiose, buffonesche e feroci, muoiono e risorgono incessantemente, disponendo con disinvoltura delle leggi naturali, trasposte in un mondo surreale di prodigi. Come in tutti i grandi complessi mitologici, anche in questo caso il lettore avrà limpressione di trovarsi improvvisamente in una realtà chiusa ed estranea, ma di cui, a poco a poco, riconoscerà gli elementi familiari i grandi archetipi del mito che di continuo riemergono.
Interprete principe delle leggende ossete, alle quali dedicò i suoi primi studi già quarantanni fa, è Georges Dumézil, curatore della edizione che qui si presenta. È noto come la celebre tesi di Dumézil sulla tripartizione religiosa e sociale degli Indoeuropei abbia portato a novità radicali, sia nello studio storico dellantichità, sia nella lettura di molti testi mitologici e letterari, sia, infine, nella teoria generale delle strutture sociali e religiose. Se nelle leggende ossete Dumézil ha da tempo identificato un materiale privilegiato per le sue dimostrazioni, nella sua più recente opera dinsieme, Mythe et épopée, egli giunge addirittura a porre questi testi sul piano del Mahabharata e del ciclo delle origini di Roma (Livio, Properzio, Virgilio), come terzo grande esempio di epopea indoeuropea che conservi visibilmente i tratti dellantico ordine.
E di fatto, in chiave diversa, di epica popolare, queste affascinanti leggende, come quegli altri illustri modelli, ci fanno intravedere, dietro rutilanti avventure, molti tratti arcaici e dissueti di quel vasto mondo indoeuropeo che è stato la struttura portante di tutta la civiltà occidentale.