Gli scritti del 1888, ultimo anno di attività di Nietzsche, suonano come un «finale» tempestoso: nel giro bruciante di pochi mesi si allineano, perfettamente compiute, brevi opere dal potere dirompente: Il caso Wagner, Crepuscolo degli idoli, L’anticristo, Ecce homo e Nietzsche contra Wagner. Su questi scritti è stata sempre accesissima la disputa: in quanto immediatamente precedenti alla follia, molti vi hanno voluto vedere una sorta di rabbiosa degenerazione di tutto il pensiero di Nietzsche; altri, invece, sono restati ammirati di fronte alla straordinaria perfezione formale, al taglio perentorio, al grandioso respiro di queste ultime, lucidissime pagine. Ma si può dire a buon diritto che solo con la presente edizione, a distanza di più di ottanta anni, abbiamo in mano questo materiale in una disposizione rigorosa, arricchito di alcune eccezionali scoperte testuali, che mutano radicalmente le prospettive precedenti. Infatti, nel luglio del 1969, Mazzino Montinari scopriva a Weimar, in una copia fatta da Peter Gast, un paragrafo inedito di Ecce homo, contenente dichiarazioni violentissime contro la Germania, la madre e la sorella. Da successive ricerche è risultato che l’autografo di quella pagina, e presumibilmente altri passi di Ecce homo, erano stati distrutti dalla sorella e da Peter Gast.
Altre scoperte si collegano a questo ritrovamento: il lettore le troverà esposte e analizzate nel poderoso apparato di note che Montinari ha scritto per questo volume. Alla fine della sua minuziosa ricostruzione egli arriva a rovesciare totalmente la prospettiva in cui i più recenti editori avevano inserito Ecce homo, l’opera più controversa ed enigmatica dell’ultimo anno. Non è vero che Nietzsche, ormai travolto dalla follia, non riuscì a compiere Ecce homo e a ordinarlo, dovendosi così attribuire la forma attuale del testo alle cure di Peter Gast. Al contrario, Nietzsche aveva realizzato compiutamente Ecce homo, apportandovi mutamenti estremamente significativi fino agli ultimissimi giorni di Torino – la pagina inedita fu spedita all’editore Naumann il 29 dicembre del 1888, cioè meno di una settimana prima della grande crisi –, ma il testo che noi abbiamo oggi ha subìto una mutilazione censoria da parte dei suoi primi editori, mutilazione che per la prima volta con questa edizione viene documentata e in parte eliminata.