2012 / pp. 330 / € 19,00 € 18,05
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Partendo per l'Oriente col piccolo Michael, Mame aveva promesso di tornare in tempo per la riapertura delle scuole, e qualcuno aveva fattofinta di crederle. Ma sono passati due anni e mezzo, e della strana coppia non si hanno notizie, a parte qualche salutino entusiastico sul retro di una cartolina, regolarmente inviata dai luoghi più incantevoli (o improbabili) del pianeta. Pegeen è fuori di sé, ma Patrick le dice di non preoccuparsi: zia Mame gira il mondo meglio di chiunque altro, ha solo il vezzo di non imporsi una data per il rientro. Tu come lo sai, gli chiede Pegeen. Perché ho viaggiato con lei, prima della guerra. Ah. Questo Patrick lo aveva taciuto, ma adesso, per tranquillizzare Pegeen, lo racconta – certo, con qualche omissione. Del resto, rivelare come zia Mame abbia semidistrutto le Folies Bergère, sia rimasta invischiata nei preparativi per un colpo di Stato nazista in Austria o abbia sconvolto la routine di una ricca comunità di espatriati tra le montagne del Libano, be’, rivelare tutto questo non è l’ideale per placare una madre in ansia. Ma il lettore non sarà all’oscuro di nulla, e – via via che le rotte di Mame e Patrick coprono metà del globo, e le etichette si accumulano sulle valigie – non potrà che ridere, ridere, ridere. E al tempo stesso scoprire di quante lunghezze Mame riesca a staccare, col suo celebre motto, il presidente Mao: perché sì, la rivoluzione – delle teste, delle abitudini, dei conformismi – può essere adesso; e sì, può, anzi deve, essere un pranzo di gala.