2019 / pp. 481 / € 15,00 € 14,25
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Saggi. Nuova serie
1992 / pp. 451 / € 30,00 € 28,50 -
Saggi
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Adelphi eBook
2015 / pp. 451 / € 10,99
Quella malattia della psiche che è oggi la normalità ha trovato in James Hillman un interprete che non concede facili terapie. La sua via è piuttosto quella di chi indica, con pacatezza, l’inevitabilità di un mutamento radicale: si tratta – osserva Hillman in «Anima mundi», uno dei tre saggi che compongono questo volume – di «dare valore all’anima prima che alla mente, all’immagine prima che al sentimento». Il che, a sua volta, impone di «rinunciare ai giochi di soggetto- oggetto, destra-sinistra, interno-esterno, maschile-femminile, immanenza-trascendenza, mente- corpo», in modo che «l’emozione trattenuta da quelle sacre reliquie possa infrangere quei vasi e tornare a fluire nel mondo».
Ma anche gli altri due testi risulteranno sferzate salutari: Il pensiero del cuore ribadisce una certezza classica oggi maldestramente trascurata, ossia che «le risposte estetiche sono risposte morali»; Plotino, Ficino e Vico precursori della psicologia archetipica cela nelle sue pieghe una domanda imbarazzante in particolare per noi italiani, che dovremmo avere il Rinascimento «nel sangue della psiche»: «Perché mai venite a cercare la psicologia da noi, nel Nord, nel marxismo e nell’esistenzialismo, in Adorno e in Marcuse, in Freud e, sì, anche in Jung – per non parlare di Mao o dei guru indiani –, tutti sostituti secondari, quando la vostra terra custodisce una psicologia straordinaria?».