J.R. Ackerley
Vacanza indù
Biblioteca Adelphi, 651
2016, pp. 273
isbn: 9788845930799
«Questa non è una storia dell'India. Di quel paese, quando salpai alla sua volta, sapevo all'incirca quanto ricordavo dagli anni di scuola: che c'era stato un ammutinamento, per esempio, e che a vederlo sulla carta somigliava un po' a un Cervino capovolto; rosa, perché lo governavamo noi». Intorno alla metà degli anni Venti, senza alcuna preparazione e nemmeno una vaga idea di quello che lo aspetta – unico requisito richiesto, oltre alla cittadinanza inglese, era la somiglianza con il vichingo Olaf, personaggio leggendario di un romanzo di Rider Haggard –, il giovane Ackerley decide di partire per l'India, accettando di rivestire l'improbabile ruolo di segretario privato del Maharajadi Chhokrapur: invisibile staterello che oggi sarà vano cercare sulle carte, «posto che sia mai esistito». Infantile, lussurioso, ossessivo, smanioso di Assoluto e occidentalista all'estremo, Sua Altezza assillerà Ackerley con le domande più impensate e sulle questioni più insondabili, non ottenendo nient'altro che una serie di evasive risposte, ma trovando quello che forse, in fondo, cercava: un amico. Degli incontri giornalieri con il Maharaja e con gli altri non meno irresistibili personaggi che frequentano la sua corte (dal Primo Ministro al segretario ufficiale Babaji Rao, al servitore-ombra Habib, all'insegnante Abdul, uno dei più strepitosi seccatori della letteratura del Novecento) è fatto questo libro, un diario di viaggio: più che un'esilarante e indimenticabile commedia di costume, e insieme una preziosa testimonianza involontaria sull'India al tramonto della colonizzazione.
L’esilarante e irriverente diario di viaggio del giovane Ackerley alla corte di un eccentrico e tormentato maharajah.