2023 / pp. 157 / € 14,00 € 13,30
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Adelphi eBook
2023 / pp. 157 / € 7,99
Logos non è solo il «discorso», né si può intendere come semplice «parola» il Verbo che, secondo Giovanni, sta all'inizio del tutto. È inevitabile, se vogliamo recuperare il senso perduto del logos, paragonarlo al numero, poiché i loro destini si sono intrecciati a tal punto che l'uno non sarebbe esistito senza l'altro. Appaiono insieme già nei versi di Omero, se ne intuisce l'affinità nelle prime teogonie, nella tragedia antica e nella filosofia pitagorica – e nelle fonti da cui si ricava l'origine rituale della matematica il numero ha un senso analogo a quello assunto successivamente dal logos. Ma cosa può dirci ancora il logos dopo secoli di riflessioni, da Eraclito fino a Hegel e Heidegger? La risposta va cercata anzitutto nella sua funzione di mediazione, e nel compito assegnatogli in origine di tenere unita la compagine dell'universo, fin nelle sue parti più lontane, incompiute e inaccessibili. Un compito che non potrebbe continuare ad assolvere senza l'effettività e la potenza di realizzazione degli algoritmi numerici. Il rapporto tra numero e logos addita così una prospettiva ricca e originale, e una nuova direzione in cui cogliere le radici e il destino del pensiero filosofico e scientifico in Occidente. È tale nuova direzione che intende esplorare Numero e logos, libro affascinante e provocatorio, che riprende e amplia precedenti ricerche di Zellini e che scopre, valendosi di innumerevoli testimonianze, una fitta trama di analogie e corrispondenze tra concetti scientifici e formule sapienziali. A suffragarne le tesi provvedono infine, in maniera sorprendente, la matematica e la logica – e poi anche l'informatica – sviluppatesi nell'arco degli ultimi due secoli. Rivisitando il concetto di algoritmo e facendone il necessario correlato del numero, Zellini individua elementi utili a riformulare il logos enunciativo, che categorizza e tenta di descrivere mediante concetti e definizioni l'essenza delle cose. Pensare al logos non si riduce allora a una vana evocazione di ombre, miti e tradizioni sepolte, ma conduce piuttosto a recuperare nel termine antico una costellazione di metodi e di significati che appartengono anche alla scienza più avanzata, e senza i quali il nostro mondo non sarebbe neppure pensabile.