
Sylvain Lévi
La dottrina del sacrificio nei Brahmana
Con tre saggi di Roberto Calasso, Charles Malamoud e Louis Renou
Il ramo d'oro, 50
2009, pp. 224
isbn: 9788845923722
Se si risale alla più remota antichità indiana, a un’epoca che precede il Buddha e quella cultura che gli occidentali sono soliti identificare con l’India stessa, si trovano, anziché vestigia di monumenti chiuse in un silenzio altero, null’altro che testi, spesso di dimensioni imponenti, i quali compongono l’immenso corpus chiamato Veda. E il Veda ruota intorno a un cardine, a un centro potente che non potrebbe essere per noi più misterioso: il sacrificio, che pur incarnandosi in riti molteplici «è diffuso ovunque; risiede allo stato latente in tutto ciò che è, poiché “tutto ciò che è partecipa al sacrificio”, ma, “come gli dèi, sfugge ai sensi”».
Chi voglia capire che cos’è questa mirabile architettura di parole e gesti minuziosamente codificati non può che rivolgersi ai Brāhmaņa, i testi vedici di esegesi liturgica, che nel dar ragione di ciascun elemento dei riti intessono un reticolo vertiginoso di connessioni volto a catturare l’universo dei significati nelle maglie del sacrificio.
Ma per mole e complessità i Brāhmaņa sarebbero rimasti una foresta quasi impenetrabile per il non specialista se l’eminente indologo Sylvain Lévi non avesse pubblicato, sulla base di lezioni tenute negli anni 1896-1897, questo libro: una guida al pensiero dei Brāhmaņa costruita interamente attraverso il sapiente incastro di citazioni emblematiche, che nella sua scrupolosa esattezza («la via degli dèi è la via dell’esattezza» dice lo Śatapatha Brāhmaņa) induce qualsiasi lettore a riconoscere l’audacia e l’altezza speculativa di questi testi.