Georges Simenon
Le campane di Bicêtre
Biblioteca Adelphi, 535
2009, 2ª ediz., pp. 261
isbn: 9788845923517
Quando comincia a riprendere conoscenza in una delle uniche due camere singole dellospedale di Bicêtre, René Maugras, direttore del principale quotidiano parigino, di quanto è avvenuto la sera precedente ricorda poco o nulla: sa che era a cena, come ogni primo martedì del mese, nella saletta privata del Grand Véfour (uno dei più antichi ristoranti della capitale, e anche uno dei più esclusivi) con un gruppo di amici i quali, come lui, possono considerarsi a giusto titolo, ciascuno nel proprio campo, dei personaggi molto, molto importanti degli uomini arrivati, come si dice. A un certo punto era andato alla toilette, e lì (come scoprirà più tardi) lo avevano trovato, privo di sensi, un quarto dora dopo. Sa quindi di essere vivo, e dai luminari convocati al suo capezzale si sente dire che guarirà, che ricomincerà a muovere il braccio destro, che potrà di nuovo parlare. Ma René Maugras sa anche unaltra cosa: che non gli importa. A poco a poco, attraverso il groviglio di pensieri e di ricordi che gli affollano la mente, si fa strada una domanda: «A che scopo?». A che scopo essere diventato un personaggio importante, a che scopo essersi dato tanto da fare a che scopo vivere, in definitiva? Mentre tutti i medici, le infermiere, i vecchi amici, la figlia, una vecchia amante e una giovane moglie si chiedono che cosa gli passi per la testa, e se non sia tentato di abbandonare la partita, Maugras, con la lucidità di una solitudine interiore spogliata da ogni maschera, fa un bilancio impietoso della propria esistenza, interrogandosi sul senso di quanto hanno fatto lui e quelli come lui per diventare ciò che sono. E soprattutto si interroga sullessere che gli sta accanto da anni: sua moglie Lina, che per lui è diventata quasi unestranea, e che sta sprofondando nellalcolismo.