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Jan C. Heesterman

Il mondo spezzato del sacrificio

Studio sul rituale nell’India antica

Traduzione di Vincenzo Vergiani

Il ramo d'oro, 47
2007, pp. 351
isbn: 9788845921971

€ 43,00  (-5%)  € 40,85
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IN COPERTINA
Principe (dinastia Kusāna, II secolo).
Musée Guimet, Parigi.
SINOSSI

Ben poco sapremmo della civiltà indiana più antica se non ci avesse lasciato un imponente corpus di testi noti con il nome di Veda («conoscenza»), i quali ruotano attorno al centro del pensiero e della vita dell’India arcaica: il sacrificio, un complesso insieme di pratiche rituali descritto, esaltato, interpretato e regolamentato instancabilmente, al punto da emergere come una sorta di paradigma universale in grado di riflettere ogni aspetto del mondo e della vita. In questo libro Heesterman indaga le origini del sacrificio vedico, e si sforza di spingere lo sguardo al di là dell’immagine levigata che di esso ci presentano gli antichi teorici indiani, sia mediante il confronto con altre tradizioni religiose sia attraverso la ricerca nei testi vedici di incongruenze e tensioni capaci di farci intravedere una realtà più antica. Riaffiora così un mondo guerriero, violento e competitivo, in cui il «gioco» del sacrificio era intimamente connesso al «dilemma della vita e della morte». In seguito questo mondo fu spezzato, e all’agone sacrificale venne sostituito il rituale classico, che ha come protagonista un singolo sacrificante privo di contendenti. Heesterman individua nel sacrificio quattro elementi costitutivi: l’uccisione, la distruzione, il banchetto e l’agone. E grazie a un’analisi serrata ricostruisce una fase arcaica, vicina al modello ideale, alla quale si contrappone una fase matura in cui l’accento è posto sull’oblazione nel fuoco, vale a dire sull’elemento della distruzione. L’agone viene eliminato, e parallelamente il sacrificio cessa di essere un’impresa comunitaria per diventare l’interesse esclusivo del singolo sacrificante. Il rituale ruota allora sull’individuo in quanto «sacrificante del sé», che attraverso la conoscenza interiorizzata del rito realizza la propria identità con il Sé immortale. Si verifica così quel passaggio cruciale dal vedismo all’induismo che vede il culto sacrificale del fuoco recedere per lasciare il posto alla dottrina della trascendenza del Sé e dell’unità con il principio cosmico, il brahman.