Martin Heidegger
Il nichilismo europeo
Piccola Biblioteca Adelphi, 498
2003, 6ª ediz., pp. 316
isbn: 9788845917875
Non c'è oggi cronista o opinionista che non si senta obbligato a parlare di nichilismo appena qualcosa di increscioso avviene. Ma che cosa sta all'origine di questa parola, ma l'intelligencija russa fece dilagare nell'Europa di fine Ottocento? Nietzsche la definiva un «ospite inquietante», ma che ormai è impossibile mettere alla porta. E al tempo stesso osava affermare di essere «il primo perfetto nichilista d'Europa, che però ha già vissuto in sé fino in fondo il nichilismo stesso - che lo ha dentro di sé, sotto di sé, fuori di sé». Chi ha saputo raccogliere la sfida di Nietzsche è stato innanzitutto Heidegger. Dalla metà degli anni Trenta, nel lungo periodo in cui elaborò il suo imponente Nietzsche, Heidegger individuò nel nichilismo il tratto peculiare dell'Occidente, quello che domina la sua storia non già dai sussulti rivoluzionari ottocenteschi, ma fin dalle origini greche. Interpretazione che sconvolge le carte della storia del pensiero e si condensa in questo corso del 1940, che Heidegger stesso volle estrapolare dal Nietzsche (1961) e pubblicare come testo a sé stante (1967).