2008 / pp. 159 / € 12,00 € 11,40
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Nella Firenze del primo dopoguerra apparve come una meteora la figura di un giovane sacerdote che parlava di religione come nessuno prima: con un rigore, un'esigenza di assoluto, una insofferenza per ogni pensiero tiepido che lasciavano sconcertati e affascinati. Era «l'uomo della novità», come lo chiamò in un memorabile libro di ricordi Giulio Cattaneo. Ma la novità di Tartaglia non significava solo abolizione di tutte le posizioni spirituali, e quindi anche di quelle religiose: comportava la costruzione di una «realtà nuova», il «puro dopo». Non meraviglia che la Chiesa reagisse a tanta audacia, arrivando sino alla scomunica più grave. Quanto a Tartaglia, dopo alcuni scritti folgoranti usciti tra gli anni Quaranta e Cinquanta, si chiuse in un silenzio che non ruppe sino alla morte, avvenuta nel 1988. È oggi il momento di riscoprire, muovendo da queste fondamentali Tesi, la sua esperienza religiosa, forse la più radicale, paradossale e inquietante del Novecento italiano. Ferdinando Tartaglia (1916-1988) pubblicò le Tesi per la fine del problema di Dio nel 1949. Le riproponiamo qui accompagnate da un illuminante saggio di Sergio Quinzio, apparso nel 1973, e da una breve nota biografica di Germaine Mühlethaler Tartaglia.