2005 / pp. XXIII-812 / € 32,00 € 30,40
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Esistono libri la cui storia è altamente romanzesca. E così complicata che il tempo si è preoccupato di seppellirla. Ma accade talvolta che appaia un formidabile detective, capace di scoprire velo dopo velo le trame che per decenni da quel libro hanno avuto origine. Seguendo le sotterranee vicende della Biblioteca di Fozio e degli uomini che, come catturati da un’oscura forza, l’hanno desiderata e inseguita, Canfora ci conduce, nel cinquantennio che separa il Concilio di Trento dalla inconsapevole vigilia della guerra dei Trent’anni, da Venezia alla corte papale, da Toledo ad Augusta ad Anversa. Incontriamo così Diego Hurtado de Mendoza, ambasciatore di Carlo V a Venezia, brillante, donnaiolo, maestro di spionaggio; il gesuita Juan de Mariana, esemplare per sapienza linguistica e severità di costumi; Isacco Casaubon, la penna più affilata dei riformati; e il vero protagonista, André Schott, gesuita anch’egli, le cui peregrinazioni disegnano la traiettoria di un’occulta missione. Ma protagonista è anche, coralmente, la Compagnia di Gesù, di cui vediamo affiorare, come da una sinopia, i disegni più veri: riconquistare l’élite intellettuale senza però svigorire lo spirito tridentino; mostrare il volto dialogante senza arretrare di un passo nella sostanza; promuovere la censura senza rinunciare, se necessario, a violarla; scegliere gli uomini in funzione dei fini (siamo al tempo della riscossa cattolica, dopo la travolgente avanzata luterana). Solo Canfora poteva trasformare la filologia in spy story e la storia della cultura in appassionante, avvincente racconto.