ALLAN GRANT / TIME / PHOTO MASI
Questo romanzo è lo strano frutto della più antica e persistente attrazione americana, quella per la strada, il viaggio, il deserto. Cè una famiglia che si sposta dal Texas al Michigan, portando con sé la bara dellultimo nato e cercando, lungo il cammino, di barattare gli oggetti di cui la macchina è stipata. Ci sono gli esterni che sceglierebbe David Lynch dovendo girare, oggi, Furore: statali polverose, villaggi fantasma, case abbandonate con le porte che sbattono, sinistre, nel vento. E ci sono due bambini, che con pochissime parole raccontano, alternandosi, una storia in apparenza elementare. Ma subito le strofe di questa filastrocca metallica e stridente ci trasportano in un paesaggio allucinato, che non sappiamo più se sia lAmerica profonda, la Terra dei Morti o un qualche terrificante stadio intermedio fra i due. E solo a libro chiuso, e a occhi finalmente riaperti, capiremo dove ci abbia portato questa fuga a due voci vischiosa, selvaggia e tuttaltro che innocente.
E allora siamo andati via, apparso negli Stati Uniti nel 2000, è il primo romanzo di Michael Kimball.