E.M. Cioran
Quaderni
1957-1972
Biblioteca Adelphi, 411
2001, 5ª ediz., pp. 1103
isbn: 9788845916151
Alla morte di Cioran, fra i suoi manoscritti furono trovati trentaquattro quaderni dalle copertine identiche. Erano, come si scoprì, i testi a cui per quindici anni, dal giugno 1957 al novembre 1972, egli aveva consegnato la parte più intima e segreta di sé, senza mediazioni di alcun genere.
Ma non si tratta di un diario che registra giorno per giorno avvenimenti e pensieri. Sono piuttosto appunti dove si accumulano le annotazioni più varie: brevi, tumultuose riflessioni, sentenze fulminanti, osservazioni su letture, impressioni musicali, ritratti di amici – fra i quali Ionesco, Michaux, Beckett – e di nemici, rapide fughe da Parigi, aneddoti, considerazioni sulla storia e sul corso dei tempi, ossessioni, capricci. E la prima reazione che si imporrà al lettore sarà di sbalordimento: quante, incalcolabili cose, e con quanta asciuttezza e rapidità, in ogni ambito, Cioran sapeva capire e farci capire... Viste nel loro insieme di laboratorio segreto, queste pagine diventano poi la rivelazione di una inconfondibile fisiologia, di una sensibilità esasperata che sa presentarsi con il dono dell’immediatezza. Fra parossismi di furore e attacchi di angoscia, Cioran riesce a dirci della vita quelle cose nascoste che si fanno evidenti soltanto a un cronico insonne, malato di lucidità, che poteva dire, con precisione letterale: «la notte mi circola nelle vene».