Jeremias Gotthelf
Kurt di Koppigen
Biblioteca Adelphi, 405
2001, 2ª ediz., pp. 151
isbn: 9788845915956
Kurt di Koppigen è come un personaggio di Dostoevskij perso nel Medioevo e nelle foreste del Bernese – con qualche anno di anticipo su Dostoevskij stesso. La sua anima mal sbozzata e agitata da impulsi incontrollati lo spinge dalla tetra rocca dove è nato verso le strade più impervie. Così, per scalfire l’indifferenza di una madre cui è legato da un’oscura soggezione, Kurt commette un delitto e si fa brigante di strada. Di qui in poi, ogni suo gesto si inscrive, quasi per incantesimo, in un destino di perdizione che nulla – neppure il matrimonio con la devota Agnes – sembra poter capovolgere in riscatto. La fiaba angosciosa di Kurt ha per sfondo valli folte e aspre, per comprimari loschi eremiti e spietati assassini, e per quinta interiore le agghiaccianti visioni che serrano il protagonista in una morsa apparentemente senza scampo. Per capire questa storia in tutta la sua fosca bellezza, occorre porla accanto alle opere più alte e inquietanti dei grandi narratori dell’Ottocento.