Kenneth Anger
Hollywood Babilonia, II
Fuori collana
1986, 3ª ediz., pp. 332, 233 tavv.
isbn: 9788845915581
A distanza di dieci anni dal leggendario Hollywood Babilonia, Kenneth Anger ci ha offerto, come seguito, questa scatola fragrante di «bonbons avvelenati». Che cosa ci troveremo? «Un supplemento di chicche & chiacchiericcio, o, se preferite, un supplemento di storia segreta del cinema. Signori e Signore, vi offro il braccio per un’altra passeggiata lungo il Viale del Trapasso, la Strada della Fama di Hollywood, o la Strada dell’Infamia, come la chiamò Jane Whiters quando Hugh Hefner comprò la sua star sul lubrico marciapiede». La passeggiata non potrà che partire dalla tomba di Rodolfo Valentino, «nella quiete placida e orizzontale del cimitero di Hollywood». E subito ci sentiamo a casa, fra Gloria Swanson e gli imbrogli del vecchio Kennedy, fra le sottili torture praticate da Hitchcock sulle sue «bionde» preferite, Grace Kelly e Tippi Hedren, e ancora fra Busby Berkeley, Joan Crawford, Clark Gable, Carole Lombard, James Dean, Loretta Young, mentre spesso ci perdiamo stupefatti in un fastoso contorno di comparse che almeno un giorno furono protagoniste nell’epos nero di Hollywood. A mano a mano che Anger si avvicina all’oggi, e riesce a raccontarci storie recenti, pur sotto le minacce di occhiuti avvocati, gli sfugge anche qualche sospiro. Le brutte storie si moltiplicano, ma anche si estenuano, quando i divi perdono la radianza mitica. Ah, che differenza fra «la Droga d’Antan e la Droga di Oggi»! Il presente dà un nutrimento meno sostanzioso a quel feticismo senza il quale non si dà comprensione del cinema. Ma Anger non cede – e raggiunge il culmine formale della sua opera nel capitolo sui suicidi di Hollywood. Lì ritroviamo decine e decine di divi, dive e comparse, adagiati scheda a scheda in tanti cassetti mortuari: c’è posto anche per il suicidio del chihuahua di Linda Christian. E torniamo a ripeterci le loro storie, come Anger davanti alla tomba di Rodolfo Valentino: «un piccolo semplice vano nel muro, con due piccoli vasi da fiori come se ne trovano nelle Limousine vecchio stile, e il nome Rudy scritto a caratteri di bronzo».