Eduard von Keyserling
Afa
Piccola Biblioteca Adelphi, 442
2000, 2ª ediz., pp. 103
isbn: 9788845915161
Delicata e chiusa come il parco di un castello eppure percorsa da improvvisi fremiti e pulsazioni, quella di Keyserling è un’arte dei piccoli tocchi, che si dispiega come poche altre volte in questo racconto en plein air, dove, sullo sfondo di un’estate afosa e di un’avita dimora di campagna, si disegna il difficile rapporto di un adolescente con il padre. Strenuo tutore dell’ordine, moralista della bellezza e dell’impeccabilità, il padre è da Bill ammirato, temuto, di continuo spiato. Con goffa curiosità, cui presto subentrano sgomento e paura, Bill vede compiersi, nello sgranarsi dei rituali dell’alta società, la tragedia della passione segreta fra il padre e la cugina Ellita. La morte si rivelerà per l’uomo sopraffatto da quel sentimento l’unica garante della tenue aristocratica. E solo di fronte al distacco altero, all’incomprensibile quiete del suicida, in Bill si scioglierà ogni oppressione: l’iniziazione alla vita è ormai compiuta.
Amato e lodato per la schiva grandezza e la nobile malinconia da Robert Walser, Thomas Mann e Hugo von Hofmannsthal – il quale scriveva: «Dopo tutto, un tranquillo suicidio è la sola cosa aristocratica che ci resti» –, Keyserling si conferma in questo racconto grande narratore, uno dei massimi del primo Novecento tedesco. E, nella sua opera, Afa rimane unico per l’amalgama di grazia, ironia e disperazione.
Afa è apparso per la prima volta nel 1906.