Anonimo del XVII secolo
La famosa attrice
Piccola Biblioteca Adelphi, 385
1997, pp. 321
isbn: 9788845912382
Fra il 1863 e il 1877 ci fu tra i letterati francesi una fiammata d’interesse per un testo anonimo inghiottito dal tempo: La famosa attrice. L’interesse nasceva da più ragioni. Perfida requisitoria contro una chiacchieratissima attrice di grande notorietà e seduzione, Mlle Molière (al secolo Armande Béjart), La famosa attrice colpiva di striscio anche la memoria di Molière, qui rappresentato non solo come becco proverbiale, ma anche, all’occasione, sodomita. In secondo luogo, La famosa attrice appariva come documento impareggiabile, e in gran parte veritiero, della vita teatrale parigina sotto il Re Sole. Infine, la qualità e lo stile del libro. Serpeggiava nel Settecento il sospetto che il pamphlet fosse da attribuirsi a Racine o a La Fontaine. È un’attribuzione che dice tutto. Per quanto nato dalla polvere del palcoscenico, La famosa attrice porta i segni di «una mano superiore». La verità e la falsità di un documento possono coesistere pacificamente? Il curatore di questa edizione italiana, che segue dopo più di un secolo quelle introvabili francesi, pensa che pochi documenti storici, più di questo scandaloso libello, siano portatori di un’ambiguità esemplare. La famosa attrice ci insegna come tra una verità storica e il più bugiardo pettegolezzo possa esserci una parete sottilissima: sottilissima, ma anche incommensurabile, perché magica e impraticabile come una distanza stellare. E il saggio che Cesare Garboli ha dedicato a questo testo ci aiuta appunto a misurare quella distanza.