William S. Burroughs
La Febbre del Ragno Rosso
Piccola Biblioteca Adelphi, 374
1996, 4ª ediz., pp. 71, 17 ill. dell’autore
isbn: 9788845912245
All’inizio del XVIII secolo, il pirata Mission fonda in una remota baia del Madagascar la colonia di Libertatia, per dimostrare che trecento sbandati (pirati, marinai disertori, schiavi liberati) possono coesistere in relativa armonia fra di loro e con l’ambiente circostante. Nella casa che Mission ha ricavato da una antica e misteriosa struttura vive anche un lemure chiamato Fantasma: nel loro legame si rispecchia l’unione fra le due parti dell’organismo umano, l’una «scivolata dentro un’incantata innocenza senza tempo», l’altra «avviata inesorabilmente verso il linguaggio, il tempo, l’uso di strumenti, la guerra, lo sfruttamento e la schiavitù». Una sera Mission assume una dose sconsiderata di cristalli di indri, una potente droga, e inizia un viaggio a ritroso nel tempo. La caverna si trasforma nell’ingresso al biologico Giardino delle Occasioni Perdute, in cui sono contenuti «tutti i morbi insiti nello stampo dell’uomo», le Sette Piaghe d’Egitto, i Peli, i Sudori, che si liberano quando lo stampo si spezza. In questa breve, allucinata avventura tropicale Burroughs dà corpo con sconcertante precisione a una delle angosce peculiari dei nostri anni: quella di appartenere ormai a una nuova «età dei virus», dove mali inauditi si scatenano come vendette ancestrali e come risposte a una lesione sopravvenuta nella fisionomia umana.