Aggiungi alla wishlist Aggiungi alla wishlist Aggiungi alla wishlist
Condividi Condividi Condividi

Palinuro

La tomba inquieta

Un ciclo di parole

Traduzione di Mariella Bertolucci

Biblioteca Adelphi, 303
1995, pp. 183
isbn: 9788845911286

Temporaneamente non disponibile
IN COPERTINA
Marco Ricci (1676-1730), Capriccio di rovine romane. National Gallery of Art, Washington.
SINOSSI

Cyril Connolly fu critico letterario temuto e ammirato, nonché animatore di una leggendaria rivista, «Horizon». Ma dietro il suo umore sarcastico e insofferente si celava uno scrittore clandestino, a cui Connolly permise una sola ma memorabile sortita, sotto lo pseudonimo di Palinuro. Scritto a Londra in tempi di angoscia, durante la guerra, La tomba inquieta è innanzitutto una mirabile mappa della sensibilità di un «egotista moderno» (V.S. Pritchett), un libro denso di timbri e risonanze composto sulla base di tre taccuini in cui «sonnecchiava una forma d’arte – un’iniziazione, una discesa agli inferi, una purificazione e una cura». Ed è anche, ovviamente, un autoritratto segreto, uno di quei testi dove si addensano i veleni e le gocce amare dell’esperienza, come nei Mes Poisons di Sainte-Beuve. Ciò che attira irresistibilmente Connolly (e i suoi lettori) verso la figura di Palinuro, l’infelice nocchiero di Enea i cui Mani devono essere placati, è «quel nocciolo di malinconia e di senso di colpa che dal di dentro ci distrugge». Difficile sfuggire al fascino sottile di queste pagine – impossibile per chi sia roso dal vizio della letteratura.
La tomba inquieta apparve per la prima volta nel 1944.

Dalla stessa collana