Una serie di personaggi esilaranti. La scoperta di una voce nuova, fresca e irriverente, della narrativa italiana.

«Ci sono mille buone ragioni per non fare quello che sto facendo. E una sola per farlo: dire con la massima precisione certe cose su alcuni libri che ho scritto».

«Ortese è in grado di colloquiare con tutto ciò che è “altro” e insieme di rappresentare il volto nascosto della femminilità, che è misteriosa fusione di anima e corpo» (Marco Belpoliti).

«... riverisco i vati: non lavoro come i vati: lavoro come i non vati» (C.E. Gadda).

L’irrequietezza visionaria e dolente della giovane Ortese nelle lettere a un’amica.

La critica come letteratura generata dalle arti.

«Da un certo punto in là non vi è più ritorno. Quello è il punto da raggiungere» (Franz Kafka).

Cinque appuntamenti al buio con lo straniero, ovvero l’arte della traduzione.

«… il più assoluto “giallo” che sia mai stato scritto, un “giallo” senza soluzione, un pasticciaccio». (Leonardo Sciascia)

Una vita fondata sullo stile e sulla bellezza, una civiltà di vertiginosa perfezione di cui è emblema il «Principe Splendente».

«L’inchiesta di Sergio González Rodríguez Ossa nel deserto è una delle più sconvolgenti di questi anni» (Goffredo Fofi).

«Il romanzo più perfetto di Nabokov» (Brian Boyd).

«Che mondo meraviglioso, un mondo terribile e splendido, quello di Isaac Bashevis Singer, Dio lo benedica... » (Henry Miller).

Una per una, le opere di Shakespeare si svelano in una conversazione scintillante.

«Uno dei più grandi e originali prosatori di fine millennio» (Emanuele Trevi).

«Un intenso romanzo di Simenon ... ambientato fra le atmosfere fredde e nebbiose della Francia del Nord e il caldo molle e afoso di Panama» («Tuttolibri»).

«La storia di una perdita improvvisa che spalanca davanti a un uomo qualunque il terribile, e nello stesso tempo affascinante, abisso del male» (Giancarlo De Cataldo).

«Il tempo è un fiume che mi trascina, e io sono il fiume» (Jorge Luis Borges).