Norman Lewis
Napoli 44
La collana dei casi, 27
1993, 3ª ediz., pp. 244
isbn: 9788845909818
Entrato a Napoli nel 1943 con la Quinta Armata, il giovane ufficiale inglese Norman Lewis si trovò stupefatto al centro della città delle signorine e degli sciuscià, scena mobile della prostituzione universale, oltre che di unarte consumata dellinventarsi la vita dal nulla. Come non bastasse, fu subito adibito a funzioni di polizia, quindi costretto a constatare ogni giorno le turbolenze, i fantasiosi maneggi e gli imbrogli che si celavano tra vicoli e marina. E capì subito che, di quanto gli accadeva, era il caso di prendere nota. Così, facendo della sua qualità principale, il saper «entrare e uscire da una stanza senza che nessuno se ne accorga», un fatto di stile, Lewis si aggira in una Napoli trasformata dalla guerra in un immenso, miserabile mercato nero e registra tutto sui suoi taccuini. Mentre i colleghi si dedicano alla maldestra realizzazione di piani fantasiosi, come quello di far passare le linee a un gruppo di prostitute sifilitiche per diffondere lepidemia nel Nord occupato, lui indaga su figure e avvenimenti che gli paiono, al momento, del tutto normali: signore in cappello piumato che mungono capre fra le macerie, statue di santi preposti da una folla in deliquio a fermare leruzione del Vesuvio, professionisti in miseria che sopravvivono impersonando ai funerali un aristocratico e imprescindibile «zio di Roma», ginecologi deformi specializzati nel restauro della verginità, nunzi apostolici che contrabbandano pneumatici rubati, e cosi via.
I taccuini che Lewis tenne in quel periodo finirono poi per costituire questo libro, di cui il minimo che si può dire è che mai un occhio tanto sobrio e preciso si era posato su una realtà così naturalmente folle e sgangherata. E questo ne fa «unesperienza unica per il lettore così come deve essere stata unesperienza unica per chi lo ha scritto» (Graham Greene).
Pubblicato in Inghilterra nel 1978, Napoli 44 è stato definito «uno dei dieci libri da salvare sulla seconda guerra mondiale» («The Saturday Review»).