Lev estov
Sulla bilancia di Giobbe
Peregrinazioni attraverso le anime
Biblioteca Adelphi, 238
1991, 3ª ediz., pp. 514, 1 tav. f.t.
isbn: 9788845908309
«Pochi scrittori, in ogni tempo, hanno eguagliato la sua audacia, la sua insolenza nel porre quelle domande da bambino sfacciato che hanno sempre avuto il potere di gettare nel panico i filosofi» ha scritto Miłosz su Šestov, toccando il punto nevralgico della sua opera. Oggi più che mai sentiamo il bisogno di quelle «domande da bambino sfacciato» e dei libri di questo scrittore che fu una delle più alte intelligenze del suo tempo, una voce sottile, penetrante e limpida, il cui timbro continua a vibrare quando già si è spento il suono di molte altre voci più clamorose. Šestov fu per eccellenza il pensatore del conflitto Atene-Gerusalemme, la perenne tensione su cui si fonda la nostra civiltà. Spirito scettico e insieme mistico, conoscitore di tutti i meandri della speculazione, scriveva libri dalla forma agile, conversativa, mai trattatistica, dove i problemi ultimi della metafisica diventano episodi di un viaggio segreto e intimo. Perfetto esempio di tutto questo è Sulla bilancia di Giobbe, opera della piena maturità di Šestov. Questo libro, come dice il suo sottotitolo, è una vera «peregrinazione attraverso le anime» – e si tratterà spesso di anime molto difficili da avvicinare, come quelle di Dostoevskij, di Tolstoj, di Pascal o di Plotino, che pochi come Šestov hanno saputo cogliere nella loro peculiarità. Giunti alla fine, apparirà naturale che il libro sfoci su questa frase non dimenticabile: «La verità s’introduce nella vita senza presentare documenti giustificativi».