Richard Cobb
Reazioni alla Rivoluzione francese
L'oceano delle storie, 1
1990, pp. 447
isbn: 9788845907388
Richard Cobb appartiene alla specie rara e preziosa degli storici-scrittori, come Michelet o Burckhardt. Così è stato definito una volta «il Goya del nostro mestiere». Impaziente e beffardo verso ogni gabbia ideologica, instancabile scavatore di archivi, Cobb ha mirato in tutta la sua opera e mai così chiaramente come in questo libro a scrivere una storia pullulante di storie, una storia che mostri come i Grandi Eventi irrompano nella vita dei singoli o da questi vengano elusi o respinti. Il suo orecchio pretende ancora di percepire le discordanti pulsazioni dei calendari privati sotto lopprimente «grande ala della storia».
Unendo sarcasmo e senso pratico, Cobb spiega già nelle prime righe di questo libro perché si è sentito attratto dalle vicende del Controterrore: «Gli storici dellindividualità, oltre che quelli della bizzarria e delleccentricità estrema, si troveranno molto meglio a trattare il Controterrore che non il Terrore burocratico dellestate 1794. Qui almeno non cè un grigio concetto di unanimità, non cè un modello fisso, non cè laspirazione a unindivisibilità destinata a sommergere tutti i traits personali nellaffettazione irreggimentata della Repubblica delle Virtù o nel totalitarismo militare dellodiosa Sparta di cartapesta auspicata da Saint-Just. Si potrebbe dire che ci furono tanti controterrori quanti controterroristi, e per motivi quasi altrettanto numerosi: motivi personali, regionali, viscerali, rispettabili, criminali o tribali». In filigrana, fra queste righe, il lettore di Cobb ricorderà allora altre righe, memorabili, dove questo selvatico nemico del metodo ha raccontato una volta come nacque la sua vocazione di storico. Questa si formò, secondo Cobb, quando da bambino accompagnava un suo zio medico che per mestiere era tenuto a metter piede in tante case, quindi in tanti mondi paralleli: «Per tutta la mia vita ho sentito una spinta quasi ossessiva a mettere il mio piede nella porta, ad andar dietro la facciata, a entrar dentro. Dopo tutto, il fatto di essere, o diventare, uno storico ruota soprattutto intorno a questo a questo desiderio di leggere le lettere degli altri, di irrompere nella loro vita privata, di penetrare nella stanza segreta». Come si vede, più che la fiacca definizione di «storico delle mentalità» a Cobb si potrebbe applicare quella, da lui stesso usata, di «storico dellindividualità».
Dopo linsana proliferazione di chiacchiere e trinciamenti di giudizi sulla Rivoluzione francese in occasione del bicentenario, tanto più salutare apparirà tuffarsi nelle pagine di questo libro per capire come respirarono, come approfittarono, come patirono tanti testimoni e attori di quegli anni fatali. Come ha scritto Robert Darnton a proposito di tutta lopera di Cobb: «Insistendo continuamente sulla complessità del passato, la sua opera spicca come un monito contro i tentativi di piegare la storia per adattarla entro strutture sociali prefabbricate».
Reazioni alla Rivoluzione francese è stato pubblicato, per la prima volta, nel 1972.