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Jean-Jacques Langendorf

Elogio funebre del generale August-Wilhelm von Lignitz

Traduzione di Maurizio Andolfato

Piccola Biblioteca Adelphi, 107
1980, 2ª ediz., pp. 95
isbn: 9788845904431

€ 9,00  (-5%)  € 8,55
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SINOSSI

Esimio stratega alla perenne ricerca di una «metafisica della guerra», il generale von Lignitz viene qui celebrato in un discorso che si immagina tenuto nel 1821 da un cappellano militare. Allevato alla grande scuola militare prussiana, e perciò intriso di quella concezione dell’Assolutismo che vede tutto come un immenso orologio e così stabilisce «una relazione inumana e meccanica dal monarca all’ultimo dei suoi granatieri», Lignitz comincia presto ad avvertire che il mondo si trova sulla soglia di una «nuova era», che gli si rivelerà poi sul campo di battaglia di Valmy. È l’era in cui la guerra non sarà più il luogo dove si scontrano impeccabili deduzioni in forma di schiere rivestite da sontuose uniformi, ma il «luogo del demoniaco», il «luogo dell’azzardo», che irride ogni ordine prestabilito e lascia proliferare nuove figure, nuovi incubi: la guerriglia, la guerra illimitata, il «culto della volontà», l’insurrezione. Insieme affascinante racconto e lucidissimo saggio, dove vedremo profilarsi molte ombre illustri – da Clausewitz a Kutuzov, da Goethe a Napoleone, da Gneisenau a Hoffman –, questo testo è anche un apologo corrosivo rivolto al presente, in quanto lo riconduce alla più delicata delle suture, che non si è mai chiusa, che forse non potrà mai chiudersi: quella fra gli squillanti proclami di Ordine, Ragione e Trasparenza lanciati dall’Illuminismo e la replica di Caos, Oscurità e Azzardo che la storia cominciò a manifestare negli anni di Napoleone e del Romanticismo tedesco. Una replica che non si è mai più interrotta.
Elogio funebre del generale August-Wilhelm von Lignitz è apparso per la prima volta nel 1973.

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Traduzione di Maurizio Andolfato
gli Adelphi, 143
1999 / pp. 129 / € 8,00
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