Aleksandr Zinovev
Cime abissali, II
Biblioteca Adelphi, 84
1978, pp. 496
isbn: 9788845903700
Già pochi mesi dopo la prima apparizione in Occidente di Cime abissali, critici e lettori di molti paesi hanno riconosciuto che questa, insieme allArcipelago Gulag di Solzenicyn, era lopera più importante, e per così dire inevitabile, venuta dalla Russia negli ultimi anni. E anche in questo caso si tratta di un libro che non solo obbliga a rimettere in questione tutto ciò che appartiene alla realtà sovietica, ma ci pone domande stringenti su tutto il «culto della società» che, in altre forme, è però un carattere dominante anche del mondo occidentale.
Al centro, qui, non saranno le manifestazioni di terrore e persecuzione, nascoste per decenni e ormai a poco a poco giunte alla luce, che traversano tutta la storia sovietica. No: Zinovev ha voluto mostrarci qualcosa di non meno aberrante, ma che è davanti agli occhi di ognuno: la normalità sovietica, la vita quotidiana con tutti i suoi veleni. E, di fronte a questa realtà che sembra impavidamente sfidare ogni satira, perché si manifesta già da sola come satira di se stessa, di fronte a questo mondo che è al tempo stesso enormemente sottile ed enormemente brutale, Zinovev ha costruito, con freddezza analitica e con la furia di una passione infrenabile, unarchitettura mostruosa, che ne costituisse quasi il beffardo monumento: Cime abissali. Poco dopo la pubblicazione di questo libro in Occidente, le autorità sovietiche hanno deciso che Zinovev avrebbe più opportunamente continuato la sua scandalosa esistenza fuori dalla Russia: come già era successo per Brodskij, per Sinjavskij, per Solzenicyn stesso.
In questo secondo volume, ormai superate le capziose argomentazioni che nella prima parte servivano a introdurre i teoremi del regno dellorrore, Zinovev si abbandona più liberamente alla narrazione, e la sua disperata comicità cresce sino alla fine. Percorriamo così il labirinto di Ibania in tutte le sue numerosissime ramificazioni del Potere e del Dissenso (e di entrambi paradossalmente intrecciati). Vi troveremo le atrocità, il grottesco, la resistenza silenziosa, la lucidità opposta delle vittime e dei torturatori. Ma una cosa certamente non vi troveremo: la via duscita. Qui sembra che tutti aspettino, come il Chiacchierone in un memorabile capitolo dellultima parte, di andare a fare la coda alle Pompe Funebri per essere cremati: «Da quando era stata adottata la legge che regolava i decessi, non vera stato un solo caso di persona che avendo dichiarato il proprio sincero desiderio di prendere coscienza dellineluttabilità della propria morte non si fosse presentata, allora stabilita, al proprio crematorio. A Ibania anche la morte è un affare di libero arbitrio al quadrato».
Cime abissali apparve in Svizzera nel 1977.