Adam Mickiewicz
I sonetti di Crimea
e altre poesie
Piccola Biblioteca Adelphi, 45
1977, 2ª ediz., pp. 183
isbn: 9788845901966
Come Byron, come Hugo, Mickiewicz fu un poeta-leggenda dell’Ottocento. Era la voce del popolo oppresso per eccellenza, la Polonia; era l’uomo libero e perseguitato; era il poeta demoniaco, evocatore degli abissi tempestosi, che spiccava nella lista dei cantori del Male ammirati da Lautréamont. Oggi riscopriamo questi suoi Sonetti di Crimea come una delle più perfette raccolte di liriche dell’età romantica. Sono visioni sontuose, traboccanti di immagini, paesaggi smaltati e percorsi da brividi: un diario di viaggio e di avventure in una terra, la Crimea, che ospitò un mosaico di genti e civiltà – tartari, persiani, armeni, khazari, russi, ebrei –, sentita da Mickiewicz come un «Oriente in miniatura». Di questi Sonetti Puškin, grande amico di Mickiewicz, scrisse: «Nel metro rigoroso [del sonetto] il Vate della Lituania racchiudeva fulmineamente i suoi sogni, dedicandoli alle montagne della lontana Tauride».
Nella presente raccolta sono state aggiunte ai Sonetti alcune poesie della giovinezza e della maturità di Mickiewicz, fra le quali Visione, grande lirica mistica, che prefigura il simbolismo e Hofmannsthal. In appendice, il lettore troverà, oltre ad alcune pagine di Edmond Marek sulle vicende che accompagnarono la composizione dei Sonetti, un saggio di Elena Croce, – curatrice, insieme con Elisabetta Cywiak, di questo volume – che ricostruisce il profilo del Pan Tadeusz, il romanzo in versi che nell’opera di Mickiewicz occupa un posto analogo a quello dell’Evgenij Onegin nell’opera di Puškin.