«Mi chiamo Tubutsch, Karl Tubutsch. Dico il mio nome solamente perché non possiedo altro se non questo nome»: così si presenta il protagonista di questo racconto che, quando apparve nel 1911, doveva suonare azzardato e provocatorio. E la sua carica, occorre aggiungere, è rimasta intatta. Bastano poche righe ed eccoci nel territorio di una certa «prosa...
Traduzione di Helena Janeczek
Piccola Biblioteca Adelphi, 448
2000 / pp. 78 / € 8,00 € 7,60
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