Per ogni teoria dell’evoluzione, un punto imbarazzante è la varietà immensa delle forme della vita. Queste forme, ci mostra Portmann in questo libro con numerosi esempi, non possono in alcun modo essere ricondotte a ragioni di utilità, o di vantaggio selettivo. Per capirle, occorre usare altre categorie: innanzitutto quella dell’autopresentazione, che è il modo di manifestarsi delle forme alla luce e ha nella loro vita un significato avvicinabile a quello dell’espressione per gli uomini. Si tratta dunque di tornare a pensare anche in termini morfologici, quindi di recuperare il significato biologico dell’apparire, che la scienza per lunghi anni aveva accantonato. Nessun autore ci può fare da guida su questo terreno meglio di Portmann. Tutta la sua opera si è situata sullo spartiacque fra ciò che di nuovo solo oggi possiamo dire di sapere e ciò che per la prima volta oggi scopriamo di non sapere. In questo senso, Portmann è stato il più ‘goethiano’ fra i biologi moderni – e la sua opera si sta rivelando anticipatrice di un tipo di ricerca che appare finalmente essenziale nella nostra visione della natura.
Le forme viventi è apparso per la prima volta nel 1965.