Aggiungi alla wishlist Aggiungi alla wishlist Aggiungi alla wishlist
Condividi Condividi Condividi

La nube della non conoscenza

A cura di Piero Boitani

Adelphi eBook
2022, pp. 156
isbn: 9788845984907

€ 10,99
Non disponibile Non disponibile Non disponibile
IN COPERTINA
Illustrazione tratta da un codice lorenese (XIII secolo, c. 115v) del Trattato di Federico II. Bibliothèque Nationale, Parigi.
SINOSSI

Se si dovesse dire qual è il testo mistico più intenso, compatto e puro dell’Occidente, La nube della non conoscenza sarebbe senza dubbio uno dei candidati più plausibili. Non meraviglia dunque che Aldous Huxley scrivesse: «La Nube e alcuni sermoni di Eckhart sono le cose più preziose che ci sono giunte dal Medioevo». Composto verso la fine del Trecento da un anonimo inglese in forma di manuale indirizzato a un giovane novizio dell’attività contemplativa, capolavoro di immaginazione e di stile, a un tempo incisivo e duttile, ironico e terso, denso e rarefatto, La nube della non conoscenza delinea quella paradossale via negativa che, da Dionigi l’Areopagita a Molinos e Caussade, attraversa tutta la nostra storia come un supremo azzardo. Per giungere all’assoluto in questa vita non serve l’intelligenza raziocinante, ma una «nuda tensione» verso Dio, un «piccolo, cieco impulso d’amore»: il vero contemplativo entrerà nella nube della non conoscenza come vi entrò Mosè quando salì sul monte Sinai per parlare con il Signore. Dovrà dimenticare tutto – passioni, peccati, perfino i pensieri più santi – in una «nube d’oblio», e colpire col dardo affilato dell’amore ardente la nuda essenza divina.
Abbagliante nella descrizione del bubbone del peccato, solidificato e saldato alla nostra sostanza, ferocemente ilare nel ritrarre i falsi contemplativi, che, ciondolando il capo e gesticolando con le mani, guardano sempre in alto a bocca spalancata quasi volessero fare un buco nel firmamento, l’ignoto autore della Nube consegna al lettore un salutare ammaestramento: chi davvero vuole intraprendere l’attività contemplativa dovrà rimanere – come la sorella di Marta, Maria, quando aveva Gesù dinanzi a sé – immobile e silente, quasi fosse in un sonno simulato, tutto assorto e immerso nel dolore e nella quiete del proprio essere. Soprattutto, spogliandosi di ogni conoscenza specifica, dovrà mirare al «nessun luogo» che è il vero dovunque, e al nulla che è Tutto.