Józef Czapski
Proust a Grjazovec
Biblioteca Adelphi, 638
2015, 2ª ediz., pp. 125, 23 ill. a colori
isbn: 9788845929854
Tra il 1940 e il 1941 nel gulag di Grjazovec, quattrocento chilometri a nord di Mosca, un gruppo di ufficiali polacchi detenuti trova un modo decisamente inusuale, e quanto mai efficace, per resistere all'annientamento morale e intellettuale. A turno intrattengono i compagni di prigionia – accalcati in una stanza, esausti dopo le ore passate a lavorare all'aperto, nel gelo feroce dell'inverno russo – parlando di argomenti con cui hanno particolare dimestichezza. Ne nasce così una serie di vere e proprie lezioni, pressoché clandestine, sui soggetti più disparati: dalla storia del libro a quella dell'Inghilterra, dall'alpinismo all'architettura. Józef Czapski, pittore di vaglia e scrittore, conversa di pittura francese e pittura polacca, nonché di letteratura francese. E soprattutto rievoca e commenta – citando a memoria, senza il minimo supporto cartaceo, e tuttavia con una precisione sorprendente – intere pagine della Recherche di Proust, opera che l'Unione Sovietica ha messo all'indice in quanto espressione paradigmatica della letteratura borghese decadente. E quello che ne scaturisce – cui abbiamo oggi accesso grazie alla trascrizione in francese che lo stesso Czapski realizza ‘a caldo’ – non è soltanto una dimostrazione del potere del ricordo e la testimonianza di un modello singolarissimo di resistenza, ma anche una lettura di Proust di suprema finezza.
Un modello singolarissimo di resistenza intellettuale.