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Richard Gombrich

Il pensiero del Buddha

Traduzione di Roberto Donatoni

Il ramo d'oro, 56
2012, 3ª ediz., pp. 283
isbn: 9788845926938

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IN COPERTINA
Testa di Buddha incastonata in un albero ad Ayutthaya, Tailandia. Foto di Luca Tettoni. LUCA TETTONI/THE BRIDGEMAN ART LIBRARY/ALINARI
SINOSSI

Quali furono le idee del Buddha? Quali le sue parole? Paradossalmente, alcuni studiosi sostengono che non è dato saperlo con certezza, giacché le testimonianze più antiche, i sermoni conservati nel Canone pali, furono messe per iscritto solo vari secoli dopo la sua morte. In questo libro Richard Gombrich, fra i massimi indologi viventi, si ribella a tale «ermeneutica della pigrizia» e mostra come sia possibile, vagliando attentamente i testi e tenendo in debita considerazione l'ambiente culturale dell'epoca, far emergere, appunto, le idee fondamentali di «uno dei pensatori più brillanti e originali di ogni tempo», liberandole dalle concrezioni dottrinarie successive e dai fraintendimenti e letteralismi dei seguaci. Non solo vengono così sottoposte a una radicale reinterpretazione nozioni essenziali quali il karman, l'impermanenza, il «non sé», ma Gombrich evidenzia anche come il Buddha abbia largamente attinto al vocabolario e al patrimonio ideologico del jainismo e del brahmanesimo di epoca tardo-vedica, rivoluzionandone le concezioni e sovvertendo il significato dei termini da essi mutuati. E ci mostra un Buddha che, in netto contrasto con la figura sovrumana e onnisciente della tradizione, procede per tentativi ed errori e affina col tempo la formulazione del suo insegnamento. Un insegnamento tutto incentrato sull'esperienza umana, vista come un processo privo di soggetto agente che, simile a un fuoco divoratore, arde dolorosamente fino a che non venga rimosso ciò che l'alimenta, consentendone l'«estinzione» – tale alla lettera il senso di nirvana. Solo allora potrà aversi il «risveglio», meta ineffabile di un sentiero che il Buddha si è adoperato costantemente a delineare.