Georges Simenon
Corte dAssise
Biblioteca Adelphi, 559
2010, 3ª ediz., pp. 180
isbn: 9788845925030
C'è un momento, in molti romanzi di Simenon, in cui il protagonista «raggiunge il limite», attraversa cioè una invisibile frontiera al di là della quale l'immagine che ha di sé va in pezzi ed egli si trova di fronte a qualcosa che somiglia molto alla verità. Così accadrà anche a Petit Louis in questo romanzo. Uno che si dà arie da gangster e invece è solo una mezza cartuccia. Uno che al massimo può fare il palo, o distrarre con le sue prodezze di giocatore di bocce i turisti di Le Lavandou, mentre i gangster veri, i Marsigliesi, rapinano l'ufficio postale. E che non sa tenere la bocca chiusa: tant'è che, alla matura signora che quella notte se lo porta nella sua camera dalbergo, lascia intendere che di quel colpo qualcosa lui sa. Della signora (che si è presentata come contessa, ma è fasulla quanto lui e si fa mantenere da un ex funzionario delle dogane) Petit Louis diventa l'amante: vitto, alloggio, bei vestiti e qualche oggettino di valore gli regalano un'esistenza da mediocre gigolo che sembra appagare tutti i suoi desideri. Eppure un giorno, quando meno se laspetta, si troverà in mano delle carte truccate, e verrà accusato di un delitto che non ha commesso, ma in cui tutte le apparenze sono contro di lui. Solo allora, costretto a confrontarsi con una giustizia che si rivelerà «una macchina mostruosa» decisa a stritolarlo, il piccolo, fatuo malavitoso comincerà a vivere «la sua vera vita, la vita secondo il suo Destino».