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Matt Ridley

Il gene agile

La nuova alleanza fra eredità e ambiente

Traduzione di Isabella C. Blum

Biblioteca Scientifica, 39
2005, 2ª ediz., pp. 483, 1 ill. in b/n
isbn: 9788845919893

€ 40,00  (-5%)  € 38,00
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SINOSSI

C’era una volta il dogma centrale della biologia: solo il fenotipo, cioè l’animale già formato, poteva «apprendere», e quindi solo nel processo di sviluppo l’ambiente poteva agire. Non che oggi il dogma sia stato ritrattato, ma si sono acquisite in merito immense conoscenze, e le modalità dell’espressione genica sono state riconsiderate in maniera radicale. La conseguenza è che, a quanto pare, l’ambiente ha presa sull’intero processo di espressione genica. Il vero «programma» della vita, il «macchinario» che esegue materialmente la trascrizione e l’espressione genica, è aperto alle influenze esterne.
Dopo decenni di dispute sempre più aspre e ripetitive sulla contrapposizione tra eredità e ambiente, gli schieramenti rivali degli «innatisti» – sostenitori dell’esistenza, nell’uomo, di un nucleo arcaico scarsamente modificabile con l’esperienza – e degli «empiristi» – invariabilmente antidarwiniani in nome di un’idea di progresso – si trovano spiazzati di fronte a fatti che dimostrano come tale dicotomia non abbia basi oggettive.
È quanto emerge da questa indagine garbatamente rivoluzionaria dell’èra post-genomica della biologia: indagine ampia, che spazia tra la genetica della malattia mentale e il comportamento criminale, l’enigma del libero arbitrio e l’origine dell’omosessualità. E dove l’autore, con effervescente intelligenza, riassume l’annoso confronto e individua la nuova eccitante prospettiva: in ogni essere umano sono presenti l’espressione delle emozioni di Darwin e l’eredità di Galton, gli istinti di James e i geni di De Vries, i riflessi di Pavlov e le associazioni di John Watson, la storia individuale di Kraepelin e l’esperienza formativa di Freud, la cultura di Boas e la divisione del lavoro di Durkheim, lo sviluppo di Piaget e l’imprinting di Lorenz. Nessuna spiegazione della natura umana che prescinda da uno solo di questi aspetti può dirsi completa. Tuttavia – ed è qui che Ridley si muove su un territorio inesplorato – è del tutto «fuorviante collocare questi fenomeni lungo un continuum esteso dalla natura alla cultura, da ciò che è genetico a ciò che è ambientale. Piuttosto, per comprenderli tutti, nessuno escluso, occorre comprendere i geni».