Saul Steinberg
Lettere a Aldo Buzzi
1945-1999
Biblioteca Adelphi, 430
2002, 2ª ediz., pp. 331, 28 ill. e 38 disegni dell’autore di cui 13 a colori
isbn: 9788845917189
Quando Saul Steinberg arrivò a Milano dalla Romania, nel 1933, aveva diciannove anni. Al Politecnico, dove si laureò in architettura – iniziando nello stesso tempo a disegnare –, incontrò Aldo Buzzi: fra i due nacque una solida, vivace amicizia, ma nel 1941, a causa delle leggi razziali, Steinberg dovette lasciare fortunosamente l’Italia. Nel 1943 divenne cittadino americano e partecipò alla guerra come ufficiale di marina. Frattanto i suoi disegni guadagnavano schiere crescenti di estimatori.
Alla fine della guerra, nel 1945, a casa di Buzzi cominciarono ad arrivare lettere d’oltreoceano. Si riallacciò così un rapporto che non si sarebbe mai più interrotto e si inaugurò uno straordinario carteggio, che copre l’arco di oltre mezzo secolo e ci offre, questa volta attraverso le parole, l’irresistibile autoritratto di uno dei più grandi disegnatori del Novecento: «Questo scarabocchiatore meditabondo» ha scritto Charles Simic «apparteneva a una specie delle più rare, era un grande artista e un genio comico». Ed è un autoritratto dinamico, che delinea, meglio di qualsiasi testimonianza, la vita di Steinberg e tutto ciò che in essa ha avuto un ruolo: uomini e donne, amici e artisti, la famiglia e la Romania, l’Italia e gli Stati Uniti, il successo e i dubbi e le crisi, le letture e gli interessi, il «New Yorker» e i cartoons, le mostre e il peso della fama, la casa di campagna di East Hampton, il travagliato studio del violino, l’affetto per il gatto Papoose, e infine la vecchiaia, la perdita delle persone care, la malattia.
Come in controluce, in queste lettere affiora quello che potremmo definire il retro dei disegni di Steinberg, grazie al quale ci è dato il privilegio di assistere al libero manifestarsi del suo prodigioso talento di osservatore. E con il passare del tempo vediamo che alle notizie si sostituiscono sempre più spesso veri e propri racconti, a testimonianza di una passione segretamente coltivata, tanto profonda quanto nascosta («Scriverti» si legge in una lettera del 24 maggio 1996 «rimane fra le pochissime cose che mi danno piacere»). Veniamo così a scoprire quello che soltanto ora si sta rivelando, e cioè che in Saul Steinberg, accanto al celebre disegnatore, viveva anche un impreveduto scrittore.